Andiamo tutti al cinema. È appena uscito nelle sale cinematografiche I nostri ragazzi, selezionato per la 71ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia nella sezione Venice days, Giornate degli autori.
I nostri ragazzi è un film del 2014 diretto da Ivano De Matteo. Il film è liberamente ispirato al libro La cena di Herman Koch ed è interpretato da Alessandro Gassmann, Giovanna Mezzogiorno, Luigi Lo Cascio e Barbora Bobulova.
Un film profondo, con un cast ben centrato, anche se qualche difetto ne mina l’unità dell’opera.
È un’analisi scientifica sulla famiglia 2.0, un non-luogo: non più focolare domestico, non più equilibrio generazionale, non più ente educativo.
Il regista fotografa due famiglie della Roma bene, legate da un episodio che le sfalda, facendoci riflettere sulla loro reale sostanza, ancorata a un falso perbenismo, a un degrado morale, all’assenza di punti di riferimento ideali.
La grandezza di De Matteo sta nel suo approccio laico ai problemi, senza tracce di manicheismo: il Bene e il Male s’intrecciano in un gioco terribile in ogni situazione, nell’ambito di ogni personaggio.
Il grande tema di questo film sembra rovesciare tutte le pseudo-analisi svolte fino a questo momento sui rapporti tra genitori e figli. La domanda più ricorrente e angosciante è stata finora: “ma noi conosciamo i nostri figli?”. Io credo che la vera domanda, dopo aver visto questo film, diventa: “Ma i genitori conoscono se stessi?”.
Oramai sembra chiaro che nel perverso rapporto generazionale bisogna assolutamente sgomberare ogni pregiudizio sulla gioventù cinica e amorale, lasciata in balia dei social network, annegata nella società del divertimento e della solitudine, in preda agli attacchi del mercato in una fiera consumistica senza limiti.
Oramai sembra chiaro che il problema sono i genitori, i cui figli ne rappresentano il prodotto più maturo. Genitori incapaci di affrontare ogni problema legato ai propri figli, che si trincerano dietro le lacrime e la disperazione, trasformandosi in bancomat e sala giochi, vittime del proprio egoismo, della propria incapacità di trasmettere valori, ideali, regole di convivenza. Genitori che forse oggi non sanno perché generano un figlio…
Andate al cinema e dopo aver visto il film raccontateci il vostro parere.